Cos’è il counseling? Definizione e aree di intervento

Ti interessa capire cos’è il counseling perché ti piacerebbe lavorare in questo settore? Il counseling è nato negli Stati Uniti negli anni ’20 ed è arrivato in Europa una decina di anni più tardi, passando prima dalla Gran Bretagna. 

La definizione più semplice è la seguente: il counsellor aiuta il cliente a tirare fuori le risorse per migliorare la propria vita in termini personali e lavorativi. L’obiettivo di questi professionisti è cioè favorire il miglioramento della qualità della vita dei clienti, sottolineando i punti di forza e le capacità di autodeterminazione di ognuno.

Ma come si riesce a lavorare da counsellor? Quali competenze sono richieste? Qui di seguito la nostra guida sul counseling.

Counseling definizione: la figura del counsellor

Prima di rispondere alla domanda su cos’è il counseling, dobbiamo chiarire che in Italia questa disciplina ha cominciato a essere conosciuta solo negli anni ’80. Oggi è oggetto di un certo interesse e i professionisti che se ne occupano sono molto richiesti.

Lo psicoterapeuta americano Carl Rogers è considerato uno dei padri fondatori del counseling incentrato sulla persona. Secondo Rogers, questa attività consiste nell’instaurare una relazione di aiuto, in cui il professionista va in soccorso dell’altra persona per consentirle di intraprendere un percorso di crescita, sviluppo e maturazione.

Rogers sostiene che ciascun essere umano possiede già tutte le risorse per comprendere sé stesso, per sfruttare appieno le proprie qualità, per costruire relazioni affettive sane e per autodeterminarsi nel lavoro. Il problema è che in alcuni casi non sa di possederle o non sa come sfruttarle per vivere come vorrebbe.

In queste situazioni il compito del counsellor è quello di mettere il cliente nella condizione di individuare le proprie capacità in modo che possa:

  • risolvere problemi personali o lavorativi
  • superare eventuali blocchi nel prendere decisioni
  • gestire le relazioni interpersonali e la relazione con sé stessi
  • acquisire una maggiore consapevolezza personale
  • gestire i conflitti esterni ed interni
  • investire le sue risorse e le sue potenzialità nell’affrontare le situazioni difficili
  • imparare a gestire lo stress

Il counsellor accompagna i suoi clienti alla riscoperta delle loro potenzialità nascoste attraverso l’ascolto attivo, l’empatia e l’accettazione incondizionata. Questo è il tipo di approccio che viene solitamente praticato per consentire alle persone di trovare una soluzione a situazioni che creano disagio sia esistenziale che relazionale.

Come si forma un esperto di counseling

La nostra guida su cos’è il counseling non può non tenere conto anche del percorso didattico dei counsellor. Questi ultimi, infatti, sono dei professionisti che dopo la laurea frequentano dei master specifici. La professione è complessa e non è possibile improvvisarsi, senza avere una formazione.

L’Università Unicusano mette a disposizione un master di I livello in Counseling relazionale nei contesti scolastici, educativi e socio-sanitari. Il master della durata di 12 mesi prevede 60 crediti formativi e l’acquisizione di un titolo che consente di iniziare a lavorare.

Di solito, le materie di studio di un esperto in counseling includono:

  • psicologia generale
  • psicologia sociale
  • pedagogia clinica
  • fondamenti teorici del counseling
  • introduzione alla relazione d’aiuto
  • tecniche di intervento e strategie di counseling
  • analisi delle caratteristiche soggettive che ostacolano l’autodeterminazione
  • analisi dei bisogni fondamentali e delle risorse necessarie alla realizzazione personale

Non basta, però, la semplice formazione. Un counsellor, infatti, deve possedere una serie di caratteristiche personali che facilitano l’esercizio della professione, come l’empatia e la disponibilità all’accettazione incondizionata degli altri senza esprimere giudizi.

Cos’è il counseling: ambiti di applicazione

Il counseling ha diversi campi di applicazione, da quello sociosanitario a quello educativo fino a quello aziendale.

Un counsellor può cioè lavorare con:

  • clienti singoli
  • coppie
  • famiglie
  • gruppi aziendali
  • organizzazioni
  • scuole e università

Nel caso delle scuole, per esempio, il counsellor attiva progetti specifici mirati a bambini, adolescenti e adulti (insegnanti e genitori) in modo da migliorare l’ambiente, facilitare le relazioni su cui si fonda e aiutare i singoli soggetti.

Il counseling può prevedere, inoltre, approcci come l’ascolto attivo, l’esplorazione con domande per favorire l’elaborazione dei concetti da parte del paziente e la richiesta di riformulazione di temi particolari così da favorire l’espressione di emozioni, paure o elementi generatori di stress.

L’obiettivo finale è quello di mettere i singoli e i gruppi in una condizione che viene definita di empowerment. Di cosa si tratta? Con il termine empowerment si intende un processo di crescita il cui scopo è favorire l’aumento della stima di sé, attraverso la scoperta di tutte quelle risorse latenti che costituiscono il potenziale nascosto della persona.

Counsellor e psicologo non sono la stessa cosa

Spesso la figura del counsellor viene confusa con quella dello psicologo. Si tratta, però, di due professioni molto diverse. Il counsellor, per esempio, non interviene su problemi e disagi di natura psicopatologica. Non a caso, gli incontri non prevedono l’elaborazione di una diagnosi o di una perizia psicologica.

Esiste, però, una innegabile somiglianza tra le due professioni nella misura in cui entrambe sono volte al raggiungimento di una condizione di maggior benessere per le persone che si trovano in una condizione di disagio.

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