Futurismo nell’arte: storia, quadri ed esponenti

Il futurismo nell’arte ha toccato uno dei suoi momenti più alti. Con questo termine non si intende solamente una corrente pittorica o artistica, ma una più ampia rivoluzione culturale che attraversò il XX secolo. Uno dei punti salienti del movimento fu l’attenzione verso un deciso distacco da ogni forma di tradizione e un’esaltazione del progresso. La “bellezza nuova”, quella della velocità, delle macchine, dell’avanzamento tecnologico, anche e soprattutto in campo bellico, si riversa nei quadri dei maggiori esponenti: Filippo Tommaso Marinetti, Aldo Palazzeschi e Umberto Boccioni, solo per citarne alcuni. In questo articolo esploreremo le caratteristiche di questa corrente artistica e scopriremo quali sono i quadri e i pittori che l’hanno resa celebre.

Che cos’è il futurismo?

Una parola che ben descrive il movimento nato nei primi decenni del Novecento è avanguardia. Questo termine permette di sottolineare come l’arte del tempo fu influenzata da un linguaggio militare. Con avanguardia si definiscono le nuove traiettorie artistiche del Novecento che aprono la strada a vere e proprie rivoluzioni di pensiero, lontane anni luce dalle esperienze dei decenni precedenti.

All’interno del futurismo, come in altre avanguardie, vi era un fermento culturale alimentato non solo da pittori e scultori, ma da intellettuali di ogni genere e disciplina, che contribuiva a costruire un clima multidisciplinare destinato a lasciare il segno in Italia.

Le tipiche rotture delle avanguardie nei confronti del sistema nel futurismo sono fortemente accentuate. Tutto ciò che veniva dal passato era considerato figlio di un’epoca da dimenticare, mentre l’unica speranza veniva dal futuro. Inoltre l’arte non era intesa solo come un prodotto, era l’esistenza stessa ad essere “opera d’arte totale”. L’artista doveva compiere la sua opera in ogni azione e atteggiamento e utilizzando qualsiasi campo espressivo: fotografia, musica, poesia, teatro e altro ancora.

I pittori futuristi della prima generazione

Nonostante una certa arretratezza del contesto culturale italiano dell’epoca, in quegli anni si forma una cerchia di intellettuali e artisti capaci di cogliere il fermento europeo e di portarlo in Italia. Le diverse provenienze non sono un limite al progredire del dibattito e alla creazione di un primo nucleo di futuristi composto da:

  • Umberto Boccioni
  • Giacomo Balla
  • Gino Severini
  • Luigi Russolo

E altri che si incontrano a Milano a casa del poeta Filippo Tommaso Marinetti. Quest’ultimo rappresenta un personaggio di spicco per tutta la nazione e per i giovani pittori di allora una vera e propria guida. Tutti insieme credono di stare cambiando l’arte italiana del Novecento ed effettivamente è proprio così. Con la loro produzione di opere, con il loro costante dibattito, a tratti provocatorio, si prefiggono di dare una scrollata alla vecchia Italia immobile e addormentata, troppo legata al mito e alla religione.

A quei miti così lontani rispondono ponendo al centro dei loro quadri soggetti nuovi, che appartengono al presente ma ancora di più al futuro. Da quel momento non sarà più così assurdo vedere nei quadri:

  • Aerei
  • Treni
  • Automobili
  • Armi e mezzi militari

Nuovi simboli, nuovi messaggi che scuotono l’Italia del tempo.

Le caratteristiche della pittura futurista

Un anno cruciale per determinare con precisione i tratti specifici dell’avanguardia futurista è il 1910. In quest’anno vengono pubblicati due documenti di grande importanza storica e artistica:

  • Manifesto dei pittori futuristi
  • Manifesto tecnico della pittura futurista

È interessante notare a chi è rivolto il primo dei due. Gli interlocutori sono i giovani artisti che stanno nascendo. A loro si rivolgono i futuristi cercando di catturare il loro animo ribelle e di scagliarlo contro le istituzioni “stantie” del tempo. Ma ancora più interessante è leggere il rimando a precisi protagonisti dell’arte che li ha preceduti. Difatti nel manifesto viene detto precisamente:

“[…] Domandate a questi sacerdoti del vero culto, a questi depositari delle leggi estetiche, dove siano oggi le opere di Giovanni Segantini; domandate loro perché le Commissioni ufficiali non si accorgano dell’esistenza di Gaetano Previati; domandate loro dove sia apprezzata la scultura di Medardo Rosso!”

Questi ultimi sono alcuni tra i più famosi esponenti del divisionismo. I futuristi dunque dichiarano apertamente che i pittori divisionisti hanno di fatto posto le basi per l’avvento della loro nuova concezione dell’arte.

Per quanto concerne la tecnica invece si deve leggere attentamente il secondo dei due manifesti. In questo caso dobbiamo porre sotto i riflettori due concetti:

  • Il dinamismo
  • La compenetrazione

Sintetizzando quanto espresso dentro il testo è il movimento il cuore pulsante della tecnica e al tempo stesso del soggetto futurista. Tutto si muove e questa incessante vibrazione deforma i contorni e rende instabile l’immagine, che sembra sfuggire.

“Lo spazio non esiste” affermano con determinazione, i nostri corpi sono un tutt’uno con ciò che li circonda, con ciò che si fonde con loro, tutto si amalgama e l’arte e la vita si compenetrano. Il manifesto merita di essere letto, se non altro per la forza intrinseca nelle parole stesse che lo rende anche un momento alto di poesia del Novecento.

Elementi tecnici dell’arte futurista

Seguendo le tracce del divisionismo anche i nuovi artisti scelgono una stesura del colore uniforme, ma caratterizzata da pennellate meno ampie e con specifici colori primari abbinati tra loro a creare un insieme che lo sguardo catturerà automaticamente e in modo differente sulla base della distanza con il quadro. Cadono del tutto i contorni, troppo rigidi e statici. L’immagine stessa vibra.

Ecco altri due elementi formali tipici della produzione artistica di quegli anni:

  • Principio di massimo contrasto
  • Simultaneità
  • Compenetrazione

Questa abitudine ad accostare colori primari e secondari rende i quadri particolarmente accesi e brillanti. Questa particolare natura del colore conferisce all’immagine un respiro pulsante, insieme all’aggiunta di elementi che sdoppiano, raddoppiano, triplicano il soggetto come se si stesse muovendo dentro il supporto, danno quella sensazione di simultaneità tanto amata dai futuristi che molto si ispirarono anche alla nascente arte cinematografica.

Questa simultaneità viene esasperata, portata all’ennesima potenza. Il movimento arriva a stravolgere l’oggetto che si frantuma ed esplode in fili di colore e non più dentro una riga di contorno, non si sa più qual è il limite stesso e tutto si fonde. La strada con la casa, l’uomo con il divano.

Quadri famosi del futurismo

Per finire vogliamo lasciarti con la breve descrizione dei quadri che hanno reso celebre il futurismo. Opere che racchiudono perfettamente il senso di quanto abbiamo fino ad ora raccontato sulla tecnica e la filosofia che si nasconde dietro l’uso dell’arte.

Umberto Boccioni – La città che sale

L’equazione tra futurismo e Boccioni è presto fatta. Questo nome è intimamente legato al movimento. Il suo quadro si trova a New York, mentre il bozzetto a Milano. Ed è proprio la città italiana ad essere rappresentata. La città, vista dalla finestra di Boccioni, sale e si distende oltre i suoi cantieri, crescendo in altezza. Ma il soggetto in primo piano ritrae uomini e cavali e un altro elemento dal forte dinamismo.

Giacomo Balla – Dinamismo di un cane al guinzaglio

In titolo ci racconta già tanto. L’artista di Torino cerca di riprodurre una sorta di fotografia. Il suo obiettivo è quello di riuscire a restituire una visione per quanto possibile veritiera del movimento, ma nella staticità di un quadro. Le zampe e la coda del cane, i piedi della donna e il guinzaglio si sovrappongono diverse volte, in diverse posizioni e creano un effetto realistico che per i tempi è davvero di notevole interesse.

Luigi Russolo – Dinamismo di un’automobile

Abbiamo scelto quest’opera perché come la precedente porta nel titolo molto di quello che i futuristi hanno voluto esprimere e anche per rendere giustizia ad uno degli esponenti meno noti che secondo noi merita attenzione.  Il quadro si trova a Parigi e rappresenta uno dei miti assoluti dell’avanguardia: l’auto. Questo soggetto diventa così potente da tagliare l’aria e da distruggere il concetto di spazio e tempo, che si disintegra con il suo attraversamento.

L’arte è un linguaggio di una potenza inaudita. Quanto sono in grado di comunicarci questi quadri del momento storico in cui sono stati creati? Quanto ci raccontano di noi, dell’esperienza umana, dei valori? Se ami questo mondo e vuoi specializzarti per dare il tuo contributo in mostre e musei leggi il programma proposto dall’Università degli Studi Niccolò Cusano per il Corso di Perfezionamento e Aggiornamento professionale in Curatore Museale. Un’opportunità per entrare a testa alta nella valorizzazione dei beni culturali e nella gestione di contesti culturali e artistici. Crea le basi per il lavoro che hai sempre sognato. La tua vita è un’opera d’arte.

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